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La maschera liquefatta

Come diceva Scalfari Berlusconi ha indossato la maschera dello statista e ci crede.
Evidentemente con il sopraggiungere della bassa stagione la maschera si è liquefatta, specialmente per uno che ama muoversi a tutto campo. La maschera gli andava stretta, un po’ come la parodia di Bossi di Guzzanti nell’ottavo nano, ricordate? Indottrinato dai suoi compagni ad assumere un atteggiamento pacato ma che alla fine sbotta e rileva la sua vera natura. Il punto però non è questo, il punto è il ruolo di questa opposizione che aveva(mo) creduto (e sperato) che valesse la pena di dare un contributo per migliorare quest’Italia e renderla un paese al pari degli altri paesi europei. Non sono tra quelli che pensa che il PD abbia sbagliato, ha fatto quello che doveva e poteva, è riuscito ad imporsi anche nella parte avversa con un nuovo modo di far politica. Ora che i giochi sono stati scoperti cosa intende fare? Ci sono questioni che vanno ben al di là dei singoli favoritismi e dei privilegi nella questione giudiziaria. La politica oggi è anche messaggio, come può un governo, con il contributo dell’opposizione, chiedere sacrifici ad un paese salvando la sua classe dirigente dai processi penali. Abbiamo tutti apprezzato le lezioni di politica che Veltroni ha tenuto prima delle elezioni e prima della sua candidatura a segretario del PD. Credo che nessuno possa contestare lo spirito di quel messaggio e lo spirito che anima l’azione politica del segretario. Ma lo politica è anche azione quotidiana. Ed è per questo che oggi vorrei una risposta forte dal PD di fronte a certi comportamenti, a certi abusi del potere, ad un modo di interpretare la politica come potere autoritario che pur di salvare poche persone mette in campo un provvedimento che ne scontenta migliaia. Ora non è il momento delle grandi questioni, lo chiedo da elettore del partito, chiedo di essere difeso io, cittadino onesto, rispettoso (e che deve anche far rispettare) delle regole. Io che pago le tasse, io truffato da altri e costretto a pagare per le malefatte altrui che denuncia i reati convinto nell’azione giudiziaria che, seppur lenta, per me rimane l’unica via in cui credere. Io che mi confronto con persone che hanno votato Berlusconi non sui grandi temi della politica (dialogo impossibile con l’altra parte), ma sul fatto che in fondo Berlusconi è un grande proprio perchè riesce a fare tutto quello che vuole e che viene assunto ad esempio non per gli effetti delle sue azioni ma per le sue (male)azioni in quanto tali. Un modello in cui credere e a cui ispirarsi. Vale la pena, mi chiedo, di insegnare ai nostri figli di impegnarsi nello studio? Di spronarli e di educarli a sani principi ad essere rispettosi degli altri, a convincerli che se si impegneranno a fondo riusciranno a trovare in questo paese una idonea collocazione per le loro aspirazioni?
Ha forse ragione Giorgio Gaber quando diceva: Non temo Berlusconi in sè, temo Berlusconi in me.

Stefano Romano

Tolleranza zoro

di Diego Bianchi, filmato publicato il 05/03/2008 all’interno del suo blog

Adesso taccio

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Caro Roberto, da tempo taccio e ne ho ben donde!
Taccio perchè se potessi parlare dovrei denunziare con toni proccupanti l’ uscita dal PD e, da una porta secondaria, di uno scienziato come Odifreddi , mentre, dalla porta principale, entrava un ignorantone come Calearo.
Ma mi dicono che Calearo rappresenta simbolicamente l’apertura alla piccola industriosa azienda ed al popolo del “Nordest”, la ingloba…magari togliendo qualche voto alla lega, trasformando il “si può fare”  veltroniano  nel “ghe la femo” veneto.Una specie di nuovo Risorgimento…..magari “ad usum electionis”. Mentre Odifreddi, inoculando un socratico, continuo ed inquietante dubbio, non contribuisce alla stabilizzazione del partito….alla sua possibile vittoria. Non fa niente se è uscito…… tanto come rappresentante degli scienzati abbiamo, con tutto il rispetto che si merita, Veronesi……l’importante è che nelle liste del PD siano rappresentati tutti i mestieri, tutte le arti,  e tutte le regioni italiane “da Trieste in giù”….ma anche non troppo giù!
Per questo taccio!
Ma taccio, anche, perchè se potessi parlare dovrei indignarmi  per il silenzio che ha fatto seguito alle dimissioni, dalla politica, di Romano Prodi. Non dico  di innalzare peana per ricordarlo, non dico di dichiarare lutto nazionale, ma almeno  uno “special” televisivo sul suo operato di statista…..forse Prodi  se lo sarebbe meritato.
Mi suggeriscono di non insistere sulla “nostalghia” prodiana…….in fondo, in fondo…….la sua sola presenza, evocando l’esperieenza dell’Unione, contraddiceva di fatto, il progetto politico del nuovo partito.
Infine , anche se non posso fare a meno di ricordare che Prodi, fra le tante cose giuste che ha fatto, è riuscito, anche, a sconfiggere per due volte Berlusconi….. continuo a tacere.
Tuttavia non mi è dato di continuare a sospendere il giudizio di fronte alle gravi scelte economiche del PD, che si possono riassumere nella totale accondiscendenza alle regole del mercato, diventato, ormai, la misura di tutte le cose.
E’ uscito da poco un saggio( “Breve storia del futuro” di Jacques Attali, Fazi Editore ) che affronta i problemi del futuro del mondo, sottolineando i danni che produrrà, appunto , la pedissequa sottomissione alle regole del mercato. L’autore Jaques Attali, abbandonando le numerose teorie catastrofiste, in voga oggi, suggerisce degli antidoti importanti per frenare ed evitare il tracollo della società, della natura e del pianeta. Uno di questi è il controllo democratico del mercato, effettuato da tutti i cittadini del globo.E quando Attali dice tutti, intende proprio tutti!
Ma che,ti si stanno rizzando i capelli in testa “qual istrice pungente” pensando alla difficile conciliazione dell”mperialismo statunitense, con il “sinistro” capitalismo cinese, e con tuttii diversi regimi teocratici o fondamentalisti sparsi sulla terra, sperando che la loro interazione produca l’agognata democrazia?!
Ti vedo sorridere sarcasticamente pensando alla utopistica armonizzazione  di situazioni politiche, popoli, e culture tanto diverse, evitando l’omologazione!
A me, per cadere nel più nero scetticismo, basta solo, pensare al XIII municipio, o, tanto per rimanere sul tema de “La conquista del Nordest” , alla meschineria dei vicentini ( io li conosco perchè ho vissuto dieci anni nella, per altro, bellissima Vicenza palladiana……quanti ricordi! ) di  cui ti voglio raccontare un razzistico aneddoto.
Si dice che una volta un vicentino trovò una lampada magica. Da questa lampada uscì un genio che gli disse: “Esprimi un desiderio ! Io lo esaudirò e inoltre ne esaudirò due al tuo vicino di casa!”
Il vicentino pensò un poco, poi assertivamente rispose:”Bon, cavame un ocio”
Va bene, così va il mondo, ma siccome non è il migliore dei mondi possibile, ed io penso ancora che ce ne possano essere altri, ti consiglio di leggere il testo di Attali e, magari, farne oggetto di una discussione allargata e…….democratica! Lo scetticismo si deve fuggire!
Baci Rosa

… zoro

di Diego Bianchi, filmato publicato il 05/03/2008 all’interno del suo blog

Siamo d’accordo…

ele08.jpgMio caro Roberto,siamo d’accordo, siamo entrati nel PD, lo appoggeremo nella prossima campagna elettorale, senza creare frazioni, contrapposizioni e, senza rimpianti, anche perchè non ci piacerebbe essere trasformati in una statue di sale, come purtroppo sta accadendo a molti della sinistra , cosidetta, “radicale”!Abbiamo un programma dignitoso che abbraccia tutte le cose che gli italiani si aspettano: meno tasse, più lavoro per i giovani, lotta alla precarietà, misure più severe per la sicurezza, riforma della giustizia ( come dimostra l’apparentamento con Di Pietro), modernizzazione etc.. etc..etc… Non c’è che dire: poco abbiamo lasciato alla destra!Manca la laicità, voi mi direte? Non è vero! La laicità è presupposto, “conditio sine qua non” per la fondazione di un partito democratico. Se lo abbiamo fondato e lo stiamo costruendo, vuol dire che consideriamo la laicità l’ essenza ontologica  che guiderà il nostro partito nelle  scelte  presenti e future, senza violente e pacchiane( così definisco le posizioni di Ferrara) strumentalizzazioni elettoralistiche.( Non siamo ironici, sinceramente ce lo auguriamo!)Stiamo riuscendo,anche in assenza di una riforma elettorale,  a semplificare il sistema elettorale,  guidando la politica verso una maggiore chiarezza di contenuti  e, forse, verso una sua moralizzazione. (Forse?)Tuttavia,  anche se pacatamente soddisfatti, non riusciamo a non pensare e a non porci degli inquietanti interrogativi che si possono riassumere nei seguenti :1) Con quali scelte di fondo si affronteranno i problemi?2) Con quali mezzi , e prendendoli da dove,si potranno risolvere?3) Con quale riforma dell’economia si potrà attuare la giustizia sociale?Molto più semplicemente: “Come si potrà fare per aiutare contemporaneamente i ricchi e ipoveri? Come si concilieranno le esigenze della produzione con quelle dell’ambiente? Come si quieteranno le contraddizioni fra i sessi? Come si potranno pacificare le grandi contese mondiali?Veltroni non accetta i vecchi schemi marxisti che riporterebbero le dette contrapposizioni a quella fondamentale fra capitale e lavoro risolvendola, poi,  attraverso la lotta di classe. Non è il primo, non è il solo….potrebbe anche avere ragione….Ma come armonizzare i contrari della società, che, nel caso dell’Italia, dove una vera rivoluzione borghese non è mai stata fatta, si moltiplicano a dismisura e scorrono nei mille rivoli delle corporazioni, dei privilegi acquisiti, delle franchigie territoriali, del clientelismo di stampo feudale e… via di seguito?”L’armonia dei contrari” visione affascinante della realtà, se perseguita filosoficamente, potrebbe non funzionare così bene nel sociale, sopratutto perchè non si capisce come possa miracolosamente realizzarsi.E’ lecito, quindi, pensare che l’ unico rimedio chiaro, cui Veltroni fa riferimento per risolvere i problemi del paese, sia l’aumento della produttività economica.Non è poco, è certo necessario, ma diventa un’ipoteca che potrebbe condizionare la giustizia sociale. E’ di Veltroni la frase:” Non esiste giustizia sociale, senza sviluppo economico” Si tratta di  un’equazione-sloogan che, non solo pone sullo steso piano interattivo elementi qualitativamente così diversi come profitto, da una parte, e uomo, dall’altra, ma nello stesso tempo,sottopone gli interessi dell’uomo a quelli del capitale con conseguenti ricadute in altri campi come cultura, costume, sanità scuola ed ambiente.Il solito capitalismo! Quualcuno ha parlato della vecchia politica dei redditi, di neo o vetero capitalismo…Noi speriamo che si tratti di una cura sintomatica a cui bisognerà affiancarne al più presto una più efficace che curi le cause profonde dei mali e guarisca, insieme al malato, la medicina.E nel cercare le cause profonde dei problemi, noi che siamo entrati  in questo partito, che lo difenderemo e  lo appoggeremo  nella prossima campagna elettorale, vogliamo battere altre strade, trovare soluzioni nuove, anche  alternative al comunismo!Ma non barattiamo per nuovo il vecchio, anzi vecchissimo capitalismo, nemmeno se imbellettato di modernità!Per concludere ci chiediamo se in questo partito:1) E’ ancora aperto il dibattito su questi argomenti?2) C’è ancora spazio per gente come noi?3) Possono allignare sogno e speranza?Con affettoRosa Cavadi

Un gruppo di intellettuali a Veltroni “Insieme ai radicali, per la laicità”

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ROMA – Il contributo dei radicali rafforza l’azione politica del Pd, Walter Veltroni li ospiti nelle proprie liste. E’ questo il messaggio che un nutrito gruppo di personalità della sinistra ha inviato, con una lettera pubblica, ai vertici del partito democratico. Primi firmatari sono Miriam Mafai, Mario Pirani, Irene Bignardi, Gianpaolo Fabris, Fiorella Kostoris, Andrea Ichino, Dacia Maraini, Alessandro Haber, Anna Fendi, Angela Missoni.
“Un gruppo di donne e uomini – si legge nella lettera-appello – da sempre legato a scelte politiche di sinistra di ispirazione laica e seriamente preoccupato dal rischio di un futuro governo dominato da forze di centrodestra conservatrici, corporative e solo verbalmente innovative, sollecita i vertici del partito democratico a valutare con grande attenzione la possibilità di aprirsi ad una coalizione con i radicali della lista Emma Bonino”. “Riteniamo infatti – prosegue la missiva – che i radicali nelle loro varie componenti rappresentino il valore ed il significato di pluriennali lotte laiche e indipendenti, spesso controcorrente ma di indubbia rilevanza sociale”.
L’appello si conclude sottolineando che “il contributo dei radicali, anche nella dialettica dei differenti punti di vista su alcuni temi, non può che rafforzare l’azione per il raggiungimento degli obiettivi alla base del programma del partito democratico”.

Numerose le adesioni. Hanno firmato, tra gli altri, Barbara Alberti, Simona Argentieri, Alberto Barbera, Angelo Bolaffi, Luciano De Crescenzo, Alberto Dentice, Stefano Disegni, Giorgio Lonardi, Giovanna Marini, Andrea Occhipinti, Claudia Terracina.

(fonte)

Povera patria (malgrado Spello)

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(particolare foto di A. Crialesi)

Condivido la scelta di correre da solo del PD veltroniano più per considerazioni morali che politiche.
“L’Italia è una mucillagine sociale che declina verso il peggio” e “ ha perso la voglia del futuro; c’è più paura che speranza”. Erano queste le autorevoli affermazioni del CENSIS e del New York Time di non molto tempo fa, che certificavano il declino del nostro paese.
Per declino non si intendono solo gli effetti sociali dovuti all’incerto procedere dell’economia globale, ed i rischi di recessione paventati dai ministri economici europei. Né si tratta del declino-formula verbale, usata per stigmatizzare l’avversario nella polemica politica (per esempio quello usato da Berlusconi contro Prodi).
Il declino italiano vero è decadenza morale, come quella simboleggiata dalla volgarità esibita nel senato il giorno della caduta di Prodi, o come la piccolezza espressa dal meschino familismo mastelliano di fronte a seri problemi delle istituzioni statali.
Il declino vero è il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, la fuga di cervelli all’estero, il sistema politico bloccato che riproduce se stesso e genera sterilità riformatrice e soprattutto il distacco dei cittadini dalla politica e la sfiducia nelle istituzioni e nel futuro.
Il lavoro salariato sottopagato e spesso mortalmente rischioso e la certezza che i figli staranno peggio dei padri stritola la speranza genera sfiducia morale ed è il cuore del declino di questo paese.
Questa realtà italiana non è il centro del dibattito politico ed è oscurata dalle schermaglie della solita politica. I successi economici del precedente governo (ovvero i nostri sacrifici)rischiano di essere vanificati da politichette volte a guadagnare consenso e garantire sopravvivenza ai soliti (già ben protetti da una ignobile legge elettorale)
A Spello Veltroni ha rilanciato l’idea che il PD deve correre da solo (anzi più che da solo “libero” dai lacci della vecchia politica). Credo che questo voglia dire assumersi piena e diretta responsabilità(e farla assumere agli altri) di affrontare il declino del paese. Per dirla con un Kennedismo amato da Walter : “E’ tempo non di chiedersi che cosa il paese può fare per te ma di chiedersi che cosa “tu” puoi fare per il tuo paese.”
Correre da soli anzi liberi potrebbe essere generoso ai limiti del sacrificio ma potrebbe essere la combinazione per far saltare il chiavistello che blocca le riforme necessarie al domani del paese.
Correre da soli e liberi potrebbe restituire credibilità e fiducia nella politica e smuovere le acque di una palude in cui cantano i grilli.
Non si vuole solo evitare il Berlusconismo. Si vuole dare all’Italia un progetto per il futuro. Per cambiare l’Italia e non il governo (come è stato detto a Spello) ci vuole una grande autorità morale che si costruisce con prove di grande generosità e di grande apertura e senza tradire se stessi .
Sarà all’altezza il costruendo PD del compito? Che farà e che cosa dice la chiesa (naturale concorrente sul piano dell’autorità morale quando decadono i costumi)?? Su questi due semplici, schematici ma decisivi quesiti aprirei un dibattito e non solo sul mio blog. Sotto a chi tocca…

adesioni…

di Marco de Lindemann

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Ho aderito al progetto PD per la forte potenzialità innovativa di questo progetto: partito aperto – attenzione alla società reale – apparato accessibile e contendibile. Ho partecipato alle primarie per prendere posizione contro condotte di autoperpetuazione e di tutela delle rendite di posizione, condotte che hanno portato alcuni a funamboliche giravolte politiche di 360 gradi rispetto al nascente partito.
Per non contraddire tutto ciò, oggi penso sia necessario, di fronte a strategie inerenti alla creazione ed occupazione con logiche spartitorie dei futuri circoli PD, di partecipare, ma di non far parte di questo gioco che non saprei come chiamare, se non guerra per bande: la banda deve una sola: il PD.
Conclusione: non prenderò parte ad altre riunioni di corrente, e mi candido senza rete – e contro nessuno – nel coordinamento del costituendo circolo di Palocco, (la scelta del luogo è legata alla lunga frequentazione di quello che è stato l’unico vero laboratorio del ns. territorio di elaborazione politica aperto, laico, e non condizionato da liderismi) come ho comunicato domenica in quella sede, sulla base del mio progetto di costituzione di un forum dedicato ai temi dell’ambientalismo, senza farmi calare da fuori in modo preconfezionato in una lista unica, di fatto bloccata: se passo, bene, altrimenti farò ciò che potrò dove potrò.
Mi auguro di non essere l’unico a compiere questa scelta, sarebbe un triste inizio.

cara Silvia

Cara Silvia,
c’è sgomento e smarrimento a sinistra per la caduta del governo Prodi. Ora tutto diviene più difficile.Bisogna reagire ai rischi di ibernazione ,di letargo della sinistra ; proprio a 40 anni dal 68. La tavola apparecchiata per la borghesia, come in un film di Bunuel, sarà gestita dal ritorno del cavaliere . L’Italia si è fermata a Ceppaloni dopo una lunga e proficua rincorsa all’Europa .Noi elettori compagni delusi dalla sinistra più autolesionista del mondo che dobbiamo fare?
Non mi sento un maiale orwelliano e non credo che generalizzare dicendo che a sinistra tutti sono traditori delle proprie idee sia un servizio alla verità. Fra l’altro l’idea di una totale degenerazione morale dei dirigenti della sinistra distrugge speranza e voglia di lottare.
Detto questo concordo con te sul fatto che il distacco fra cittadini e politica riguarda anche noi, e che la casta, una arcaica, molto italica, idea del potere che tu ben rappresenti, rischia di diffondersi anche a sinistra . Credo che la politica post-ideologica sia divenuta la post-politica di cui parlano autori come Zizek. Una politica dove conta amministrare e gestire e dove le ambizioni di cambiare il mondo e renderlo più giusto sono quasi sparite. Questo rende  più simili destra e sinistra e contro questa idea bisogna lottare. Ma le cose da analizzare e fare sono molte
Che fare ? La domanda leniniana resta senza risposta; certo è fallito il progetto politico del Prodismo e su questo dobbiamo criticamente riflettere; ma non è caduto a Ceppaloni o per le frasi avventate di Veltroni.Un governo con 101 ministri e sottosegretari parte male. Purtuttavia risultati importanti, ma non sufficienti si sono raggiunti ma ora ….che fare?
Anche io ho vissuto la fortunata stagione del PCI, carica di speranze, ed oggi mi chiedo se quell’esperienza è sufficiente per trovare una risposta
Credo che per trovare risposte politiche di sinistra il metodo della ricerca INSIEME e DAL BASSO sia necessario
comunque grazie

domenica 27 nella sezione/circoloPD di Casal Palocco

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Continua domenica 27 alle ore 10.30 nella sezione/circoloPD di Casal Palocco , via A Ascalona 10, la riunione per esaminare il regolamento per la costituzione del circolo e per organizzare i passaggi organizzativi che porteranno alla nascita del PD nel nostro territorio fra la domenica 3/2 e 17/2.
L’intento condiviso da tutti coloro che hanno partecipato all’assemblea di domenica 20/1, è quello di garantire la massima apertura e possibilità di partecipazione da protagonisti alla costituzione del circolo. Questo sarà concretizzato nei seguenti tre punti:
1) massima trasparenza nella procedure e massima rappresentatività negli eligendi organismi di forze e culture provenienti dal territorio. Nessuno deve sentirsi escluso dalla partecipazione alla direzione ed all’impegno del circolo. Tutti ci rendiamo conto dell’importanza del rinnovamento politico e generazionale e non vogliamo che venga vanificato da operazioni spartitorie calate dall’alto e prive di reali contenuti politici.
2) massima garanzia all’autonomia decisionale dell’assemblea – ci sembra una certezza democratica da cui partire- anche per evitare derive verticistiche che svuoterebbero di credibilità il processo che vogliamo seguire. Disponibilità, quindi, a farsi carico anche di esigenze politiche municipali, comunali e provinciali ma non a subire diktat imposti da notabili locali.
3) consapevolezza che tutto diviene ridicolo ed effimero se non vincolato ad una discussione politica che ribadisca le finalità per le quali nasce un nuovo partito. Questo sopratutto a fronte della attualità politica di una crisi di governo che accade mentre incombono sul mondo occidentale rischi di crisi economica recessiva, mentre, simbolo di ingovernabilitàistituzionale , la città di Napoliè sommersa dai rifiuti,mentre ridiventa urgente la ridefinizione della laicità nel nostro stato( L’Angelus papale domenicale trasformato in manifestazione politica a sostegno di un Pontefice, a quale non è stata tolta la parola, semmai è stata tolta la libertà di dissenso a pochi docenti e studenti, è una preoccupante prova di subalternità di parte della nostra classe politica.), mentre…
Insomma il processo costitutivo del circolo deve essere un percorso di confronto politico su grandi questioni nelle quali ritrovare l’unità di idee e di impegno comune. La costituzione di un “vero” circolo politico non può essere ridotta alla conta di clientes e fedelissimi di questo o quello, ma alla espressione collettiva del pensiero politico di uomini liberi.
Resto convinto di quanto sia necessario il PD per una politica di risanamento e riforme per il nostro, sfortunato e forse in declino, paese; sono certo che solo il PD può riequilibrare la giustizia sociale verso le stracitate ma dimenticate nei fatti nuove generazioni; ho fiducia nella adesione disinteressata di tutti coloro che si avvicinano al PD.
Fino al 17 febbraio, data in cui terminerà l’iter di costituzione dei circoli, invito tutti a partecipare alla assemblea di domenica 27,ricordando che le forme ,i contenuti del percorso costituendo , definiranno anche la natura, il modo di essere del nuovo partito.
Partecipate e fate partecipare quanti vogliono dire la loro idea pensando con sincerità all’importanza di ricostruire in Italia con il PD la buona politica. Vi ricordo che abbiamo bisogno di critiche e suggerimenti
A domenica


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