Archivio per giugno 2008

La maschera liquefatta

Come diceva Scalfari Berlusconi ha indossato la maschera dello statista e ci crede.
Evidentemente con il sopraggiungere della bassa stagione la maschera si è liquefatta, specialmente per uno che ama muoversi a tutto campo. La maschera gli andava stretta, un po’ come la parodia di Bossi di Guzzanti nell’ottavo nano, ricordate? Indottrinato dai suoi compagni ad assumere un atteggiamento pacato ma che alla fine sbotta e rileva la sua vera natura. Il punto però non è questo, il punto è il ruolo di questa opposizione che aveva(mo) creduto (e sperato) che valesse la pena di dare un contributo per migliorare quest’Italia e renderla un paese al pari degli altri paesi europei. Non sono tra quelli che pensa che il PD abbia sbagliato, ha fatto quello che doveva e poteva, è riuscito ad imporsi anche nella parte avversa con un nuovo modo di far politica. Ora che i giochi sono stati scoperti cosa intende fare? Ci sono questioni che vanno ben al di là dei singoli favoritismi e dei privilegi nella questione giudiziaria. La politica oggi è anche messaggio, come può un governo, con il contributo dell’opposizione, chiedere sacrifici ad un paese salvando la sua classe dirigente dai processi penali. Abbiamo tutti apprezzato le lezioni di politica che Veltroni ha tenuto prima delle elezioni e prima della sua candidatura a segretario del PD. Credo che nessuno possa contestare lo spirito di quel messaggio e lo spirito che anima l’azione politica del segretario. Ma lo politica è anche azione quotidiana. Ed è per questo che oggi vorrei una risposta forte dal PD di fronte a certi comportamenti, a certi abusi del potere, ad un modo di interpretare la politica come potere autoritario che pur di salvare poche persone mette in campo un provvedimento che ne scontenta migliaia. Ora non è il momento delle grandi questioni, lo chiedo da elettore del partito, chiedo di essere difeso io, cittadino onesto, rispettoso (e che deve anche far rispettare) delle regole. Io che pago le tasse, io truffato da altri e costretto a pagare per le malefatte altrui che denuncia i reati convinto nell’azione giudiziaria che, seppur lenta, per me rimane l’unica via in cui credere. Io che mi confronto con persone che hanno votato Berlusconi non sui grandi temi della politica (dialogo impossibile con l’altra parte), ma sul fatto che in fondo Berlusconi è un grande proprio perchè riesce a fare tutto quello che vuole e che viene assunto ad esempio non per gli effetti delle sue azioni ma per le sue (male)azioni in quanto tali. Un modello in cui credere e a cui ispirarsi. Vale la pena, mi chiedo, di insegnare ai nostri figli di impegnarsi nello studio? Di spronarli e di educarli a sani principi ad essere rispettosi degli altri, a convincerli che se si impegneranno a fondo riusciranno a trovare in questo paese una idonea collocazione per le loro aspirazioni?
Ha forse ragione Giorgio Gaber quando diceva: Non temo Berlusconi in sè, temo Berlusconi in me.

Stefano Romano


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