Archivio per novembre 2007

Dramma della gelosia

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Ricordi Roberto come abbiamo sorriso vedendo il film di Ettore Scola : “Dramma della gelosia” in cui i due protagonisti , il muratore Marcello Mastroianni, ed il pizzaiolo Giancarlo Giannini, affliti da patemi d’ animo si rivolgevano alla sezione del PCI del loro paese per avere lumi che li aiutassero ad affrontare i loro problemi personali?
Innamorati tutti e due della stessa donna, i nostri eroi per non cadere nelle logiche borghesi , avrebbero voluto intraprendere un rapporto “a troi”, ma, non riuscendo a superare i morsi della gelosia che stringevano i loro cuori con fredda mano, avevano deciso di chiedere consiglio ad una autorità da loro riconosciuta superiore, consapevole e, quindi, anche esperta in materia: la sezione del PCI.
Ricordi quanto abbiamo sorriso della sicura fiducia riposta nel partito e nelle sezioni da parte di quei due ingenui ed
appassionati compagni?
Il film, tuttavia, pur nell’esagerazione grottesca di un genere che negli anni settanta ha avuto tanta fortuna ed è stato, in seguito, portato alle estreme conseguenze dalla Wertmuler ( si scriverà così?), evidenziava la grande importanza socio-culturale ed etica delle sezioni del PCI, presentate come organizzazioni capaci di rispondere a tutte le istanze del popolo, anche alle più intime ed inquietanti.
“O la bontà dei comunisti antichi”… erano poveri, erano discriminati, a volte “mangiavano i bambini”, ma coltivavano un sogno stupendo nei loro cuori: quello di una società, non solo giusta , ma anche felice…
Era un’utopia? Va bene d’ accordo, ma da cosa è stata sostituita?
Era una delega del privato al politico? E’ vero, ma era una delega per la felicità….una felicità non consumabile, come tutte le cose veramente desiderabili… forse solo un pò troppo romantica…
Ma torniamo alle sezioni.
Col tempo le gloriose sezioni sono state abbandonate, perchè la politica si è lentemente distaccata dalla gente…..è diventata autoreferenziale e, come tutti i sistemi chiusi, esposta alla corruzione… ma anche perchè le televisioni hanno riempito tutti gli spazi liberi dei lavoratori, togliendo loro il tempo di fare altro.
E ,”la seconda che ho detto” non è meno importante della prima per spiegare le cause dell’allontanamento del popolo dalla politica!
La televisione, ed oggi anche il computer, non si sono limitate a riempire tutti i momenti vuoti della vita dell’uomo, hanno assunto anche il valore aggiunto di riuscire a rispondere a tutte le sue domande, appagandolo in tutto.
C’è stato e c’è, tuttavia, un problema.
Le richieste, le domande, le istanze a cui rispondono i media sono indotte dai media stessi, che diventano grandi fratelli affettuosi capaci di erogare una felicità infinita….
Peccato che i connotati di questa felicità siano decisi dall’alto e si realizzino, attraverso il rullo compressore del consumismo pubblicitario….
Tu mi dirai che sempre di felicità si tratta… è la felicità dell’immediato appagamento che spegne e si butta all’indietro l’immaginazione e cancella il tempo, contro la felicità che sposta in avanti la realizzazione dei sogni e crea nell’uomo una tansione continua, proiettandolo nel futuro
del desiderio…
Si tratta di capire quale felicità preferiamo!
Non so se questo discorso può rientrare nella politica della modernità, del prgmatismo,del decisionismo dei nuovi partiti del terzo millennio……..ma prima o poi bisognerà parlarne!
Come bisognerà, pure, ritornando con i piedi a terra, avere risposte chiare sulle seguenti questioni:
1)Che potere avrà la base nel nuovo partito?
2 ) Come comunicherà detta base con il vertice?
3) Ma sopratutto: “IL PD che colore e che direzione politica assumerà per risolvere i problemi dell’ Italia?
I delegati da noi eletti parlano di qudranti, di case della democrazia, di coordinamenti… parlano e non parlano, come se esistessero due verità : una per gli “aristoi” ed un’altra per la plebe…
Certo è possibile che i delegati non sappiano e che tutto sia ancora nella mente di Dio…
Ma allora durante le feste annunciate per raccogliere fondi , per fare tessere e acquistare consenso, che argomonto potremo portare:” l’eterogenesi dei fini”?
Avrei piacere che i compagni leggessero questo scritto per discuterne insieme.
Rosa

… mi si nota di più se non intervengo o se intervengo?

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Cara Rosa
Seppur convinto che al morettiano quesito: “mi si nota di più se non intervengo o se intervengo?”, la risposta migliore sia tacere, ti risponderò.
Ti risponderò perché sono lusingato di essere il tuo interlocutore e perché voglio aggiungere i miei dubbi al diffuso grigiore dell’incertezza che è scomparso davanti al corrusco sfarfallio decisionista ( come tu dici parlando dell’ultimo veltroniano PD).
Non mi stupirei se ci trovassimo davanti all’eterogenesi dei fini anche in questo frangente . Dice Vico che anticipa la teoria dell’eterogenesi :”..ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e superiore ad essi fini particolari ch’essi uomini si avevan proposti…”
Insomma, la storia realizza fini che non sono quelli che individui e masse si propongono. Questo dimostrano gli accadimenti del passato, “ma anche” la nascita del PD ? Come vedi c’è il punto interrogativo insieme all’inevitabile battuta sul maanchismo.
La domanda, espressa, più chiaramente, è “Riuscirà il PD a rinnovare la politica, suo obiettivo/funzione nazionale e non solo, oppure contaminato da quell’orrida megera che è la politica italiana invecchierà rapidamente?”
Le idee di partito nuovo che milioni di cittadini hanno voluto sostenere partecipando alle primarie si stanno realizzando con il PD ?
Non credo sia possibile una risposta definitiva oggi. In questi nostri tempi tutto è più veloce, siamo tutti più impazienti e l’impazienza genera spesso delusione. Dobbiamo resistere alla corrosione della nostra pazienza “ma anche” (rieccolo il manchismo veltroniano) non smettere di pensare.
Ora tu potresti obiettare: ma quale eterogenesi? Veltroni mica è la storia !
Ed io ribatterei che Veltroni è il segretario del PD ma è anche (rieccolo) la Storia o uno strumento di essa.
Ecco il mio primo dubbio: la democrazia è compatibile con l’eterogenesi dei fini? Le aspettative di partecipazione e di un sistema partito meno autoreferenziale ed in grado di rappresentare meglio gli elettori possono essere tradite da un decisionismo che ad esempio ci fa ritrovare da sostenitori del maggioritario a sostenitori del proporzionale?
D’altra parte il maggioritario necessita di leader decisionisti? Ma leader e partito orizzontale e/o a rete possono convivere?
Come vedi piovono punti interrogativi. Non è male se pensiamo alla fertilità del dubbio ed al bisogno di fertilità che ha l’arida politica attuale.
Insomma la mia tesi è che la politica è cambiata strutturalmente, si sono estinte le fondamentali e comuni basi sociali e culturali su cui era costruita la politica del 900. Ogni nuovo soggetto politico nasce senza bussola identitaria, senza riferimenti culturali. Il PD, in particolare nasce non da un movimento popolare, non come espressione di lotte sociali; è costruito solo per vincere le elezioni Una costruzione astratta che non balza fuori dal corpo sociale . D’altronde tutti i partiti italiani attuali fanno riferimento a sentimenti come la nostalgia o ad un futuro indefinito e virtuale.
Idee vuote ed inutili in politica che sono residui o tentativi di far sopravvivere le ideologie cemento d’annata per i partiti del 900. la realtà della politica oggi è ridotta alla pura amministrazione, al buon governo ricco di efficienza e professionalità. Nessuno pensa alla politica strumento per costruire un mondo nuovo o il regno di Dio in terra.
Ed allora????

Continuo alla prossima…..ma intanto leggiti qualche cosa di Zizek, attuale pensatore marxista, nato in Slovenia, terra vicina alla residenza attuale del nostro grande e di lontananza pesante per noi romani, editore.

Tutta una questione di interpretazioni…

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Caro Roberto,
Non capisco a cosa alludi quando mi dici che dovrei meglio interpretare……….su Veltroni, come te del resto, ho da molto sospeso il giuduzio, perchè quello che trapela è oscuro, quello che si capisce è sgradevole e quello che sarà rimane ammantato da una coltre di ineluttabilità scoraggiante!
Avverto un forte distacco fra il grigiore dell’incertezza che rischia di sprofondare la base nel pantano e il corrusco sfarfallio decisionista del vertice.
Dopo una stagione di fervente partecipazione politica in cui ognuno di noi , (di quelli che hanno creduto alla formazione di un partito democratico davvero) ha dato il meglio di sè, sento di non servire più a niente, di non essere più importante, di essere esclusa dalle stanze, o pardon dal loft dove le cose discusse sono sempre più alte, nobili e “secrete”.
Ma non dovevamo costruire un partito che accorciasse le distanze fra militanti ed organi decisionali?
Non dovevamo allargare la partecipazione dei cittadini al dibattito, alle proposte, alle critiche costruttive per arrivare alle conclusioni politiche in modo più democratico?
Non dovevamo decidere tutti insieme sulla nuova forma che avrebbe assunto il nuovo partito?
Mi dicono che abbiamo votato e, quindi, delegato!
Be, per me avere interpretato il voto come delega in bianco è sbagliato! Perchè, molti di noi, già in questo voto avevano individuato una nuova forma di democrazia capace di durare, all’indomani del voto stesso, attraverso la creazione di canali di comunicazione atti ad alimentare, con stimoli continui, quella miracolosa partecipazione delle primarie.
Ma forse come temevamo noi che abbiamo fino alla fine cercato di evitare che la consultazione popolare si trasformasse in plebiscito ( cosa che nei fatti è avvenuto ), molti altri compagni hanno interpretato quel voto come “fuga dalla libertà” e delega totale al capo, che, investito di tale autorità, si è sentito legittimato ad usarla come meglio ha creduto!
I capi illuminati possono fare tante cose belle, lo so, e non posso non accogliere con gioia la nomina di tante donne nell’esecutivo del partito nuovo.
Più di una volta ho sottolineato l’importanza della presenza fisica delle donne nella vita politica per avviare un processo veramente nuovo e democratico……
Peccato che la storia ci insegni che le riforme concesse dall’alto non siano vere riforme, perchè possono essere ritirate in qualunque momento da chi le ha elargite.
Il dispotismo illuminato, quel fenomeno riformistico attuato dai molti monarchi assoluti europei, nel corso del Settecento, per evitare che il popolo oppresso facesse la rivoluzione, è stato spazzato via, prima da Napoleone e, poi, dalla Restaurazione!
Non c’è niente da fare! La democrazia elargita dall’alto, ammesso che sia democratico quello che sta facendo Veltroni, non è vera democrazia …e un partito damocratico deciso da una, pur fidata ed illuminata oligarchia, non è veramente democratico se non è chiaramente e sicuramente voluto dalla base di chi dovrà sostenerlo, votarlo ed impegnarsi per la sua futura affermazione.
Non c’è niente da fare, se il partito democratico non sarà democratico….. non sarà!
Caro Roberto, accetto le tue perplessità…e ti aspetto.
Se mi lasci, però, troppo a lungo sola, le mie riflessioni potrebbero diventare elucubrazioni……
Perchè vedi Roberto, tu sei il mio avventuriero, quello che mi permette di essere avventurosa, attraverso la sua conoscenza dell’ avventura.
Ma per capire il senso di questa mio ultimo pensiero dovresti vedere il film:”Elizabeth-The golden age”, intanto se puoi trovarmi un intrlocutore che condivida o abbia voglia di contrastare il mio pensiero: fallo!
Oltre che mio avventuriero, sei mio consulente,mio manager, mio editore……ma sopratutto mio amico!
Baci Rosa

Caro Roberto, dove sei finito? (ovvero dei punti di riferimento)

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Caro Roberto, dove sei finito?
Questo fine settimana ti ho cercato inutilmente e mi sono detta: “vuoi vedere che la storia dei punti di riferimento perduti è solo un modo per rassegnare le dimissioni dagli incarichi e dalle responsabilità che fanno di noi punti di riferimento per gli altri?
Vuoi vedere che ci siamo sciolti prima che qualcuno ci sciogliesse….così “piano, piano, come piace a noi”, senza quasi accorgercene?”
Perchè io non credo che le intemperanze o gli errori politici di alcuni di noi, possano diventare motivo di rottura fra amici che continuano a fare politica anche, o, meglio, proprio nella sezione che non c’è!
Ci siamo presi una pausa di riflessione? Be, tutti sappiamo che nel linguaggio sentimentale la pausa di riflessione è l’ anticamera della separazione…..
Stiamo aspettando qualcosa…..ma cosa?
Stiamo aspettando la rinascita o l’apocalisse?
Sia l’una che l’altra ripetute, annunciate, promesse, strumentalizzate, anche, stanno perdendo valore… e la gente si sta dimenticando di quel momento di orgoglio e di denunzia che l’ha spinta a votare per formare un partito nuovo, rifluendo in un “privato particulare” piccolo piccolo rissoso, qualunquista e…razzista!
Dobbiamo fidarci dei costituenti……li abbiamo votati……ci dicono che stanno tessendo tele di magnifico broccato con abnegazione e spirito di servizio “ad acta”.
Io spero che mi piaccia il colore di queste tele….perchè i rutilanti eventi attesi, possono nascondere ombrose escatologie e come diceva Troisi:”Amo il nuovo, ma mi piacerebbe di più se per arrivarci non dovesse finire il vecchio…perchè io proprio la parola fine non la tollero!”
Con osservanza
Rosa


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